Riflessioni per la Quaresima

I Santi Padri del deserto dei primi secoli del cristianesimo, con la loro vita dura e ascetica, ci suggeriscono le seguenti riflessioni:

padri del deserto

 

La Quaresima è un tempo di silenzio.

Silenzio e interiore ed esteriore: con noi stessi per lasciar posto all’Altro e per non disperderci nelle preoccupazioni mondane.

La Quaresima è un luogo di deserto, in cui si fortifica lo spirito nella sua lotta contro le tentazioni, che ci seducono sulla via del male.

La Quaresima è un tempo privilegiato di digiuno e preghiera, per la purificazione del nostro essere, per una vita più sobria e attenta alle necessità dello spirito e alle necessità dei fratelli.

La Quaresima è il tempo privilegiato della riconciliazione e del ritorno a Dio, ponendo al centro delle nostre attività la lettura e la meditazione della sua Parola.

La Tradizione della Chiesa Cristiana d’Oriente ci invita a un recupero della preghiera del cuore: quella del pubblicano che, dal profondo della sua indegnità, così semplicemente pregava (Lc 18,13) :

“O Signore, abbi pietà di me peccatore”

Viaggio di studio in CAPPADOCIA e a ISTANBUL per iconografi e simpatizzanti – maggio 2024

La Scuola d’iconografia dell’Abbazia di Maguzzano
e la Scuola d’iconografia S.Luca di Padova
organizzano un viaggio di studio
in CAPPADOCIA e a ISTANBUL

per iconografi e simpatizzanti
dal’11 al 19 Maggio 2024.

I primi giorni saranno dedicati alla visita della Cappadocia, particolarissima regione, patria di S. Basilio che assieme a suo fratello Gregorio ne fecero il più importante centro monastico dell’Asia Minore.
Lungo i percorsi della visita si incontrano chiese rupestri finemente affrescate, eremi e monasteri, abitazioni ricavate interamente all’interno delle formazioni rocciose: la “Valle Rosa”. la valle dei piccioni, la valle Kizilcukur e di Gulludere, la valle Akvadi, la valle di Pasabag, paesaggio unico, formato dall’erosione eolica, la valle di Zelve, il Villaggio di Mustafapasa, un tempo abitato dai greci, che conserva ancora le caratteristiche viuzze strette e tortuose di un tempo, con pittoresche case con archi e frontoni scolpiti.

Mausoleo Mevlana
Mausoleo di Mevlana – foto di Nazzareno Agostinelli

Verrà esplorata una delle tante città-rifugio della prima cristianità disseminate in questa regione, importanti insediamenti abitativi scavati interamente nel sottosuolo.
Si attraverserà la valle di Ihlara, un canyon che si snoda per diversi chilometri, formato dall’erosione del Fiume Melendiz suyu. Quindi il Caravanserraglio di Sultanhani.
Si visiteranno la città di Konya, l’antica Iconio della predicazione paolina, il mausoleo di Mevlana grande mistico mussulmano sufi e la chiesa di S. Paolo.

Hagia Sophia Mars 2013
Santa Sofia (Istanbul) – foto di Arild Vågen


Ancora, visite ai resti dell’antica Hierapolis con il “Martiryon” di S. Filippo e alle “cascate pietrificate”.
Quindi Efeso, il santuario di Meryemana, posto sulle pendici del monte Solmisso, luogo in cui la tradizione Greco-Ortodossa vi ha da sempre venerato la casa di Maria. Sempre in Efeso, visita alle imponenti rovine della città greco-romana ed ai resti delle basiliche cristiane.
Quindi Istanbul, l’antica Costantinopoli capitale dell’impero d’oriente.

Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede

Santi Cirillo e Metodio

Santi Cirillo e Metodio

Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede, nati a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti. Per questa missione apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere. Papa Adriano II accreditò la loro opera, confermando la lingua slava per il servizio liturgico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869. Giovanni Paolo II con la lettera apostolica “Egregiae virtutis” del 31 dicembre 1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d’Europa (Messale Romano).

14 febbraio. Memoria dei santi Cirillo, monaco, e Metodio, vescovo. Questi due fratelli di Salonicco, mandati in Moravia dal vescovo di Costantinopoli Fozio, vi predicarono la fede cristiana e crearono un alfabeto per tradurre i libri sacri dal greco in lingua slava. Venuti a Roma, Cirillo, il cui nome prima era Costantino, colpito da malattia, si fece monaco e in questo giorno si addormentò nel Signore. Metodio, invece, ordinato da papa Adriano II vescovo di Srijem, nell’odierna Croazia, evangelizzò la Pannonia senza lesinare fatiche, dovendo sopportare molti dissidi rivolti contro di lui, ma venendo sempre sostenuto dai Romani Pontefici; a Staré Mešto in Moravia, il 6 aprile, ricevette il compenso delle sue fatiche (Martirologio Romano).

 

Corso di Iconografia presso il Monastero delle Cistercensi di Cortona

Monastero delle Cistercensi di Cortona, sede del corso di Iconografia

Dal 18 al 26 maggio 2024 presso il Monastero SS. Trinità delle Monache Cistercensi in Via San Niccolò, 2 – 52044 Cortona (AR) si terrà il corso di Iconografia tenuto dal Maestro Giovanni Mezzalira.

Madre di Dio di Torcello

          

Il corso si svolgerà presso la foresteria del monastero SS Trinità, avrà inizio sabato 18 maggio alle ore 14,00  e terminerà domenica 26 maggio con la benedizione delle icone.

per tutte le informazioni utili e per le indicazioni per iscriverti, preleva la locandina del corso 

L’incontro

l’icona della Presentazione al Tempio – 2 febbraio

Il significato etimologico della parola liturgia è “azione a favore del popolo” e, analogamente, l’icona è dipinta per produrre e stimolare un effetto benefico nel fedele e non per dare solennità ai suoi contenuti sacri.

In sostanza, le icone sono pensate per il nostro bene e non fine a se stesse. L’immagine iconografica ha una specifica finalità: fissare una pienezza, una definitività, un culmine sottolineandola anche in singoli episodi.

Presentazione al Tempio – Affresco della Macedonia

 

È così che in un particolare avvenimento della vita di Cristo, la sua Presentazione al Tempio, fra i personaggi che compongono questa scena, c’è anche il vecchio Simeone che accoglie il Bambino. Questo dettaglio è diventato un soggetto sacro degno di essere collocato, nella teologia dello spazio sacro, al centro dell’abside, proprio nel cuore dello spazio presbiteriale. Del resto, basta riflettere un attimo e si capisce che Simeone ebbe premiata la sua fiduciosa attesa del Messia e nel momento in cui stringe il Bimbo fra le braccia non può che esprimere la pienezza della sua gioia giunta al culmine e non desiderare nulla di più. Dal suo cuore scaturisce allora quell’inno (Nunc dimittis) cantato tutte le sere a compieta dalla Chiesa orante. Continua a leggere

Corso di Iconografia in Abbazia S. Maria di Chiaravalle – primavera 2024

Il corso propone l’esperienza della pittura completa di una icona, attraverso tutte le sue tappe, evidenziandone la tecnica, l’estetica e la teologia in essa racchiuse.

La tradizione nel cui Spirito si impara a lavorare è quella della Chiesa Cristiana orientale russa. Consapevoli che la preziosa eredità dell’arte sacra è stata provvidenzialmente preservata dalla Chiesa d’Oriente sino ai giorni nostri, intendiamo attingervi con assoluto rispetto e riconoscenza

La pratica di quest’arte è pertanto espressione di una nuova unità che le Chiese stanno ricostruendo in Cristo.

A coloro che si accostano come prima esperienza, avrà come soggetto: il Santo Volto.

Durante i giorni del corso, ogni alunno sarà guidato ad affrontare tutte le tappe che portano all’esecuzione pratica dell’icona: preparazione del disegno, utilizzo dei materiali come l’emulsione all’uovo, i pigmenti, l’oro zecchino in foglia. Ciascuno sarà introdotto anche nel significato teologico del soggetto e dei simboli.

Il Corso di Iconografia è tenuto dal Maestro Giovanni Mezzalira, nel periodo: Marzo e Aprile 2024

Preleva la locandina con tutte le informazioni sui corsi.

Per chiedere informazioni ulteriori e per iscriverti trovi i contatti nella locandina stessa.

Il mistero delle acque salutifere

Battesimo di Gesù nel Giordano

Il testo evangelico, la liturgia, l’innografia e l’iconografia sacra non ci tengono nascosta la portata cosmica dell’episodio del Battesimo di Gesù al Giordano. Vastissimi sono i riverberi sottolineati dai Padri della Chiesa che hanno contemplato questa Teofania per ispirare a loro volta i poeti e i pittori. Qui vogliamo soltanto soffermarci sul mistero dell’acqua.

Battesimo di Gesù nel Giordano

Nelle icone il Giordano è rappresentato in verticale diventando in tal modo una fenditura della terra piena d’acqua in cui si immerge il purissimo Corpo del Verbo incarnato. Con questa immersione si produce un sovvertimento cosmico. La vocazione dell’acqua sappiamo che è quella di lavare, pulire, ma le acque del Giordano si ritrovano ad avvolgere paradossalmente il Purissimo. Ne scaturisce un capovolgimento cosmico: «Perché, mare, tu fuggi, e tu, Giordano, ti volgi a ritroso?» canta il Salmo 114.

Il pittore del sacro continua questo linguaggio evocatore del portento in atto come in questa icona armena raffigurante un dinamismo ricchissimo impresso all’acqua con mostri e serpenti che fuggono, pesci che guizzano e acque che paiono ribollire.

L’acqua costituisce un elemento fondamentale nella vita del creato e il nostro corpo stesso è costituito in gran parte di questo elemento. Il Verbo di Dio, assumendo un corpo, ha inaugurato una nuova creazione non solo senza le conseguenze del peccato originale ma pure unita alla bellezza divina.

Hosios Loukas XI sec.

Immergendosi nelle acque del Giordano, Gesù conferisce all’acqua quel potere che nel Battesimo ci rende figli di Dio. È l’inizio di un processo caratteristico di questa ri-Creazione del cosmo dove la materia partecipa a pieno titolo all’efficacia sacramentale in virtù del suo legame con il Corpo di Gesù che vi si è immerso nel Giordano rendendola acqua salutifera.

Giovanni Mezzalira

Emmanuel

EMANUEL (V. Solov’ev)

Nell’ombra dei secoli si è ormai dileguata Vladimirskaja
quella notte in cui, stanca di male e di affanno,
la terra posò nelle braccia del cielo,
e nel silenzio nacque Dio-è-con-noi.

Molte cose oggi non sono, che erano possibili ieri:
i re più non scrutano il cielo,
e i pastori non ascoltano nel deserto
come gli angeli parlino del Signore.

Ma ciò che di eterno in quella notte fu rivelato
non può essere ormai più corrotto dal tempo;
e il Verbo nato in quell’evo remoto, sotto a una greppia,
ti rinasce nuovo nell’anima.

Sì – Dio è con noi: ma non già sotto l’azzurro padiglione,
non al di là dei confini dei mondi innumerevoli,
non nel perfido fuoco, e non nel fiato delle tempeste,
non chiuso nella sopita memoria dei secoli.

È qui Egli, adesso; e tra l’effimera vanità,
nel torrente torbido delle ansie della vita,
tu possiedi un segreto onnigioioso:
impotente è il male, e eterni noi siamo: Dio è con noi.

LA LUCE DELL’ICONA. Angeli e santi intorno alla Natività – esposizione.

dal 27 al 31 dicembre 2023 nella ex Chiesa di s. Rocco di Este si tiene l’esposizione di Icone “La Luce dell’Icona Angeli e santi intorno alla Natività”.

Le icone sono realizzate dagli iconografi della Scuola di Iconografia san Luca:
Giovanni Mezzalira, Annarosa Ambrosi,
Don Marco Galante, Francesca Pretto, Lina Gomiero, Paola Acazi,
Emanuela Zerbetto. Michele Ladogana, Luisa Pettenuzzo,
Lorenza Ambrosi, Elisabetta Bettella, Rita Trentadue, Angela Ferraretto.

Nat

L’esposizione è promossa dalla Proloco di Este.

La presentazione è mercoledì 27 dicembre, alle ore18,
con la presenza dei promotori
e con la prof.ssa Annarosa Ambrosi.

Orari: dal 27 al 31 dicembre 2023
tutti i giorni dalle 15:00 alle19:00
e nei giorni Sabato 30 e Domenica 31 sarà aperta anche al mattino dalle 10:00 alle12:00.

La ex Chiesa di San Rocco si trova in Via delle Monache 5  a Este – Padova.
(segui questo link per le indicazioni stradali)

 

indicazioni per il parcheggio più vicino:

O Sapientia!

Emmanuele, San Marco - Venezia, particolare

Emmanuele, San Marco – Venezia, particolare

O Sapientia,
quae ex ore Altissimi prodisti,
attingens a fine usque ad finem,
fortiter suaviter disponensque omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiae.

O Adonai,
et dux domus Israël,
qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti,
et ei in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extento.

O Radix Jesse,
qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum,
quem gentes deprecabuntur:
veni ad liberandum nos,
jam noli tardare.

O Clavis David,
et sceptrum domus Israël,
qui aperis, et nemo claudit,
claudis, et nemo aperit:
veni, et educ vinctum
de domo carceris,
sedentem in tenebris,
et umbra mortis.

O Oriens,
splendor lucis aeternae,
et sol justitiae:
veni, et illumina
sedentes in tenebris,
et umbra mortis.

O Rex Gentium,
et desideratus earum,
lapisque angularis,
qui facis utraque unum:
veni, et salva hominem,
quem de limo formasti.

O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum:
VENI AD SALVANDUM NOS, DOMINE DEUS NOSTER!

(Antifone maggiori dell’Avvento, Liturgia latina delle Ore)