Riflessioni per la Quaresima
I Santi Padri del deserto dei primi secoli del cristianesimo, con la loro vita dura e ascetica, ci suggeriscono le seguenti riflessioni:
La Quaresima è un tempo di silenzio.
Silenzio e interiore ed esteriore: con noi stessi per lasciar posto all’Altro e per non disperderci nelle preoccupazioni mondane.
La Quaresima è un luogo di deserto, in cui si fortifica lo spirito nella sua lotta contro le tentazioni, che ci seducono sulla via del male.
La Quaresima è un tempo privilegiato di digiuno e preghiera, per la purificazione del nostro essere, per una vita più sobria e attenta alle necessità dello spirito e alle necessità dei fratelli.
La Quaresima è il tempo privilegiato della riconciliazione e del ritorno a Dio, ponendo al centro delle nostre attività la lettura e la meditazione della sua Parola.
La Tradizione della Chiesa Cristiana d’Oriente ci invita a un recupero della preghiera del cuore: quella del pubblicano che, dal profondo della sua indegnità, così semplicemente pregava (Lc 18,13) :
“O Signore, abbi pietà di me peccatore”
Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede

Santi Cirillo e Metodio
Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede, nati a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti. Per questa missione apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere. Papa Adriano II accreditò la loro opera, confermando la lingua slava per il servizio liturgico. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869. Giovanni Paolo II con la lettera apostolica “Egregiae virtutis” del 31 dicembre 1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d’Europa (Messale Romano).
14 febbraio. Memoria dei santi Cirillo, monaco, e Metodio, vescovo. Questi due fratelli di Salonicco, mandati in Moravia dal vescovo di Costantinopoli Fozio, vi predicarono la fede cristiana e crearono un alfabeto per tradurre i libri sacri dal greco in lingua slava. Venuti a Roma, Cirillo, il cui nome prima era Costantino, colpito da malattia, si fece monaco e in questo giorno si addormentò nel Signore. Metodio, invece, ordinato da papa Adriano II vescovo di Srijem, nell’odierna Croazia, evangelizzò la Pannonia senza lesinare fatiche, dovendo sopportare molti dissidi rivolti contro di lui, ma venendo sempre sostenuto dai Romani Pontefici; a Staré Mešto in Moravia, il 6 aprile, ricevette il compenso delle sue fatiche (Martirologio Romano).
Le icone sono un ponte tra il divino e la dimensione umana
Come la lettura dei libri materiali permette di far comprendere la parola vivente del Signore, così l’ostensione di un’icona dipinta permette, a quelli che la contemplano, di accostarsi ai misteri della salvezza mediante la vista. Ciò che da una parte è espresso dall’inchiostro e dalla carta, dall’altra, nell’icona, è espresso dai diversi colori e da altri materiali», sottolineava Giovanni Paolo II nella lettera apostolica in occasione del XII centenario del concilio di Nicea.
Il mondo dell’icona è il mondo umano trasfigurato, o quello divino reso visibile: uno sguardo sintetico su entrambi questi punti di vista è dato dalla prospettiva escatologica, una “sfida” che l’icona accetta di mostrare.
Quali silenzi? Convegno Ecumenico – Venerdì 15 gennaio 2021 – ore 20.45
Un momento di riflessione ispirato al tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2021, che invita a riscoprire la sorgente della preghiera e della contemplazione dove il silenzio è elemento fondamentale che interpella anche intrecci diversi a volte complici, altre volte nefasti che attraversano la storia.
Iniziativa organizzata e proposta dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Padova, organismo che riunisce membri di diverse chiese cristiane. L’incontro si è svolto venerdì 15 gennaio 2021.
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Relatori:
Annarosa Ambrosi, teologa, esperta di spiritualità ortodossa
Alberto Peratoner, filosofo, consulente della Congregazione Mechitarista di San Lazzaro (Armeni)
Ecco la bibliografia citata durante l’intervento di Annarosa Ambrosi verrà citata la bibliografia che forniamo fin d’ora:
- GIOVANNI DAMASCENO, La fede ortodossa, Città Nuova
- SIMEONE IL NUOVO TEOLOGO, Inni, Città Nuova
- GIOVANNI CLIMACO, La scala del Paradiso, Città Nuova
- La Filocalia (4 volumi), Gribaudi
- Racconti di un Pellegrino russo, varie edizioni
- CARITONE DI VALAMO, L’arte della preghiera, Gribaudi
- VLADIMIR LOSSKY, La teologia mistica della Chiesa d’Oriente, EDB
- T.SPIDLIK-I.GARGANO, La spiritualità dei Padri greci e orientali, Borla
- ARCHIMANDRITA TICHON, Santi di tutti i giorni, Rubbettino
EMANUELE – Vladimir Solov’ëv
EMANUELE
quella notte in cui, stanca di male e di affanno,
la terra posò nelle braccia del cielo, e nel silenzio
nacque Dio-è-con-noi.
i re più non scrutano il cielo,
e i pastori non ascoltano nel deserto
come gli angeli parlino del Signore.
non può essere ormai più corrotto dal tempo;
e il Verbo nato in quell’evo remoto, sotto a una greppia,
ti rinasce nuovo nell’anima.
Sì – Dio è con noi: ma non già sotto l’azzurro padiglione,
non al di là dei confini dei mondi innumerevoli,
non nel perfido fuoco, e non nel fiato delle tempeste,
non chiuso nella sopita memoria dei secoli.
È qui Egli, adesso; e tra l’effimera vanità,
nel torrente torbido delle ansie della vita, tu possiedi
un segreto onnigioioso: impotente è il male,
e eterni noi siamo: Dio è con noi.
11 marzo 1892
Vladimir Solov’ëv
O Sapientia!
O Sapientia,
quae ex ore Altissimi prodisti,
attingens a fine usque ad finem,
fortiter suaviter disponensque omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiae.
O Adonai,
et dux domus Israël,
qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti,
et ei in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extento.
O Radix Jesse,
qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum,
quem gentes deprecabuntur:
veni ad liberandum nos,
jam noli tardare.
O Clavis David,
et sceptrum domus Israël,
qui aperis, et nemo claudit,
claudis, et nemo aperit:
veni, et educ vinctum
de domo carceris,
sedentem in tenebris,
et umbra mortis.
O Oriens,
splendor lucis aeternae,
et sol justitiae:
veni, et illumina
sedentes in tenebris,
et umbra mortis.
O Rex Gentium,
et desideratus earum,
lapisque angularis,
qui facis utraque unum:
veni, et salva hominem,
quem de limo formasti.
O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum:
VENI AD SALVANDUM NOS, DOMINE DEUS NOSTER!
(Antifone maggiori dell’Avvento, Liturgia latina delle Ore)
O divina Sapienza
O divina Sapienza
sorriso di Dio all’alba della creazione
splendore e bellezza delle sue opere
lampo di gioia negli occhi delle stelle
timore del Signore nei figli di Adamo,
donaci un cuore docile
per comprendere e accogliere le tue leggi di vita!
O divina Sapienza
icona della bontà di Dio nel volto delle creature
sposa amata dal Signore dell’universo
e madre di tutti i beni.
Madre di Dio.
Raffina col fuoco il nostro cuore e la nostra mente
rendici degni di accoglierti e di servirti!
O divina Sapienza
nuvola d’incenso profumato
davanti alla tenda del nostro Dio
albero maestoso che cresce
presso la fonte della vita,
guarisci le nostre malattie
e rendici degni di lodarti a voce spiegata!
O divina Sapienza
che inviti alla mistica cena
delle tue nozze con l’Agnello
vergini sagge e stolte,
liberaci dalle ottuse tenebre dell’ignoranza
tieni accesa la fiamma
che dà luce al nostro cammino!
O divina Sapienza
amica degli uomini giusti
apparsa sulla terra nella pienezza dei tempi
che entri nelle anime dei santi
e formi amici di Dio e profeti,
vieni, abita in noi,
e fa’ che condividiamo il tuo pane con i nostri fratelli!
O divina Sapienza
elargita a quanti sono in comunione di vita con Dio
tu che risiedi in loro
come nella città diletta
governata con bontà e giustizia,
ammaestraci in ciò che ti è gradito
e fa’ fiorire la pace!
O divina Sapienza
che parli dal legno della Croce
e con potenza salvi i destinati al naufragio
rinnova il cuore di ogni uomo
tergi ogni lacrima dai nostri occhi
perché tutti possiamo cantare:
“Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.
L’Arte onora Maria
La Scuola di Iconografia San Luca di Padova ha dipinto e offerto le icone per l’abside della cappella di Villa Immacolata.