La figura e l’opera di P. Sergej N. Bulgakov

S.Bulgakov (a destra) con P.Florenskij (olio su tela di V.A.Nesterov 1917)

S.Bulgakov (a destra) con P.Florenskij (olio su tela di V.A.Nesterov 1917)

“Grandi compiti … attendono la Chiesa russa che deve di nuovo consacrare il genio russo. Tuttavia ritengo che per questo essa debba superare anche il proprio isolamento e sentire vivamente la divisione delle Chiese come una ferita nel corpo vivo della Chiesa”

Dal Profondo, 1918, Jaka Book 1971

Convegno tenutosi a Padova il 29 marzo 2003 presso la Sala del Presbyterium a cura di:

  • Centro Vladimir Solov’ëv
  • Centro Dehoniano “Presbyterium” – Padova
  • Pastorale per la cultura, l’ecumenismo e il dialogo – Diocesi di Padova

Con questo convegno si è concluso il ciclo dedicato ai tre grandi pensatori e teologi russi, iniziato nel 2001 con la figura di V. S. Solov’ev e proseguito nel 2002 con quella di P. Florenskij

panorama del convegno

Saluto del Magnifico Rettore dell’Università di Padova, prof. Vincenzo Milanesi

Io credo che il momento complesso che la cultura dell’Europa, proiettata, nello scorcio finale del secolo che si è concluso, verso l’aldilà dell’Atlantico, deve ritrovare anche radici che la portano a riconsiderarsi come un intero che vede l’Est europeo ormai reintegrarsi in una casa comune, che deve essere nostro compito costruire. Con l’Università di Padova abbiamo sempre avuto una vocazione ad essere “porta” verso la cultura orientale. I nostri rapporti di collaborazione con le Università della Polonia, della Cecoslovacchia e dell’Unione Sovietica sono storicamente ben noti e li stiamo intensificando. Credo che anche in questa prospettiva l’iniziativa che ha preso le mosse da una riconsiderazione della figura di Solov’ev, per poi affrontare Florenskij e adesso Bulgakov ha una grossa valenza di cui credo debba essere sottolineata l’importanza. …

il Rettore del Presbyterium, p. Pietro Fochesato

Non poteva mancare questo terzo Convegno che mette insieme questo trio formidabile: Solov’ev, Florenskij e, appunto, Bulgakov.

Vorrei dire che anche noi Dehoniani l’abbiamo voluto fortissimamente, anche perché abbiamo la tradizione di aver coltivato da tanto tempo sia l’ecumenismo, sia il dialogo interreligioso, personalmente, ma anche attraverso le nostre edizioni. …

il Presidente del Centro “V. Solov’ev”, prof. Lorenzo Fellin

Il Convegno sulla figura di questo filosofo e teologo formidabile che è Sergej Bulgakov segna la terza tappa di un cammino che abbiamo iniziato tre anni fa, diretto alla conoscenza dei filosofi e dei teologi russi del ventesimo secolo, particolarmente significativi per il confronto culturale ed ecumenico tra il mondo occidentale e il mondo slavofilo.

Con una certa esitazione, dovuta alla consapevolezza dei nostri grandissimi limiti, abbiamo organizzato il primo convegno sulla figura di Vladimir Sergej Solov’ev nel 2001, i cui atti però sono stati ritenuti meritevoli di pubblicazione e quindi pubblicati dalla rivista di scienze religiose Studia Patavina.

Nel 2002 abbiamo invece voluto esplorare la figura straordinaria, eclettica di Padre Pavel Florenskij. Anche in questo caso la rivista Studia Patavina ha proposto la stampa degli atti, però non è ancora potuta avvenire, comunque in questi giorni stiamo finalmente concludendo anche questo aspetto ed è interessante notare come siano arrivate via internet numerosissime prenotazioni di questi atti.


prof. Lorenzo Altissimo (Centro “V. Solov’ev” – Padova)

prof. Lorenzo Altissimo (Centro “V. Solov’ev” – Padova)

Un profilo bio-bibliografico di questo grande pensatore, Sergej N. Bulgakov: ve lo descrivo come uomo e anche come pensatore, toccherò anche brevemente un tema che è stato tralasciato, la famosa “Sophia”, un punto nevralgico della sua riflessione.

Genio possente, multiforme, un “lottatore nato”, era economista, filosofo, ecumenista aperto e lungimirante. E’ per consenso unanime degli studiosi il più grande teologo ortodosso dei tempi moderni. Anzi, per Pavel Evdokimov, Bulgakov è addirittura il più grande teologo del nostro tempo e la sua opera può essere paragonata a quella di Origene e a quella di Tommaso d’Aquino.

Nel suo lungo e drammatico itinerario dal marxismo al cristianesimo, dall’economia alla teologia, dall’attivismo politico al sacerdozio, Bulgakov fa interagire i percorsi più vivi ed importanti, ma anche più tormentati e contraddittori della cultura europea tra ottocento e novecento, con la tradizione espressa nei dogmi, nel culto e nella vita della chiesa ortodossa. …

prof. Cesare Rizzi (Studio Accademico Teologico Bolognese)

Avendo dimestichezza con Sergej N. Bulgakov tramite il lungo lavoro di traduzione de “La Sposa dell’Agnello”, io mi fermerò soprattutto su questo testo che mi ha accompagnato per non pochi anni nel mio soggiorno indiano (ero in India, ma ho tradotto un teologo russo).

Come è già stato indicato, è possibile individuare tre fasi nell’attività di Bulgakov, di questo grande ed autentico intellettuale russo, economista, filosofo, teologo.

In questo intervento ci si sofferma sulla terza ed ultima fase, che ha le sue premesse nel ritorno di Bulgakov nella chiesa ortodossa, verso il 1908. Così egli si esprime: “Nell’anima era maturato il desiderio della fede. La risolutezza necessaria a compiere il salto, da ultimo folle secondo la sapienza mondana, sull’altra sponda dal marxismo o da ogni altro “ismo” che lo aveva seguito all’ortodossia.

Le complesse vicende della Russia degli anni seguenti, dalla disastrosa guerra contro la Germania alla drammatica rivoluzione bolscevica, lo vedono fedele sostenitore della causa dello zar Nicola II.

E mentre la chiesa ortodossa, da protetta del regime zarista passa ad essere perseguitata da quello sovietico, Sergej Bulgakov, a trentasette anni chiede ed ottiene l’ordinazione presbiterale, nel giugno del ’18.

prof. Adriano Dell’Asta (Università Cattolica, Milano)

Io cerco di introdurre la mia relazione tentando di ricreare l’atmosfera, il mondo nel quale va collocato il problema del rapporto tra Bulgakov e il marxismo.

Abbiamo già sentito qui diverse volte: importante era in Bulgakov l’aspetto personale, la sua persona, il suo personale modo di porsi davanti alle cose.

Bulgakov e il marxismo non è un tema astratto, è un tema concreto. Qual è la situazione in cui si pone questo problema?

Siamo nella Russia tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo, cioè in un paese in crisi, di fronte ad un’apocalisse imminente, dove “crisi” e “apocalisse” io li uso nel loro senso autentico di “giudizio” e “rivelazione”. Giudizio su una situazione e rivelazione del significato autentico di quanto sta accadendo.

Quindi non uso i termini crisi e apocalisse nel senso catastrofico con il quale vengono usati normalmente un po’ abusivamente. Crisi e apocalisse sono una sfida alla libertà e alla responsabilità dell’uomo. …

dott. Maria Campatelli (Centro Aletti - Roma)

dott. Maria Campatelli (Centro Aletti - Roma)

Nel 1971, in occasione del centenario della nascita di Bulgakov, ci fu un convegno a Parigi, a cui Alexander Schmenann mandò un intervento scritto, dove lui parlava di questo “enigma di padre Sergej”, affermando che c’era una sorta di dicotomia tra il pensiero di questo autore, strutturato in una dialettica complessa, che aspirava al sistema e questa personalità immediata che lasciava trasparire un fuoco intenso di vita spirituale.

Tant’è vero che dice: “quando io mi devo ricordare di lui, io non mi ricordo di quello che diceva, ma mi ricordo dell’uomo Bulgakov, anche perché ho perso più tempo a guardarlo di quanto abbia perso tempo ad ascoltarlo”.

Per me è interessante questo perché sono alcuni anni che mi occupo di Bulgakov e la cosa che più mi colpisce è sempre questo nesso tra il pensiero e la sua storia personale, la coerenza e la serietà pagate anche con decisioni di vita non facile, del suo sviluppo intellettuale che lui traduce in vere e proprie svolte esistenziali.

in questa chiave l’ecumenismo è proprio una finestra aperta sulla figura e sulla riflessione di Bulgakov che ci fa toccare con mano il nesso tra la sua teologia e la sua vicenda esistenziale.